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Tuffarsi in un viaggio senza sosta lungo la costa dell’Australia Occidentale non ha prezzo! Spazi incontaminati, tramonti incomparabili con il sole che si dissolve nel fondo dell’oceano.
In una delle zone più disabitate e desolate al mondo la natura è ancora padrona assoluta di tutto ciò che si possa scorgere all’orizzonte dei 1300 km che dividono Perth da Exmouth… che lievitano a ben più di 2000 con qualche semplice deviazione di percorso. L’ausilio di Google maps aiuta a rendersi conto di quali distanze siano in gioco.
Il viaggio comincia ad inizio ottobre, in compagnia di Darren, un vero esemplare di “Mate” australiano che con il suo business famigliare Red Earth Safaris ha trasformato la sua vita di uomo comune in avventuriero e grande conoscitore della costa più occidentale dell’Australia.
La prima meta che abbiamo raggiunto a nord di Perth è il “Pinnacle Desert“, un deserto di sabbia da cui si ergono in maniera disseminata rocce appuntite di qualche metro. Con l’occasione di correre dietro a qualche canguro, nell’attesa di ammirare le ombre del tramonto che si distendono all’orizzonte. E dopo aver macinato qualche kilometro all’inseguimento, la giusta ricompensa di mamma canguro con il suo piccolo nel marsupio.
Pronti via! Nemmeno il tempo di godersi lo spettacolo del tramonto ed è già l’ora di lanciarsi nel solito trasferimento a bordo dell’inossidabile pulmino di Darren con a corredo l’immancabile barra ammazza-canguri, la versione australiana della bullbar. Lanciati a tutta birra su strade sterrate con il giusto sound rock di sottofondo, e respirando chili di polvere rossa che trafilano dalle portiere un po’ scassate del nostro mezzo.
Giungiamo quindi nella provincia di Hutt River, una specie di principato nato dall’astuzia di un giovane contadino che sfruttò a suo favore le sviste dei legislatori australiani dei primi insediamenti.
Per ripicca contro una decisione impopolare del governo dell’Australia Occidentale che tagliò alcuni sussidi ai contadini, Leonard Casley riuscì a dichiarare l’indipendenza del suo possedimento terriero a fronte dell’ambiguità della definizione territoriale che il governo dell’Australia Occidentale diede al proprio territorio.
E così, armati di passaporto abbiamo ottenuto il visto di ingresso e quindi trascorso un po’ di tempo ad ascoltare i racconti di “His Royal Highness Prince Leonard I”, l’oggi fiero 90enne reggente e fondatore del Principato di Hutt River. Una scoperta inaspettata ed alquanto curiosa!
Il viaggio continua sempre in direzione Nord con altre fermate, ciascuna a distanza di almeno 100 km dalla successiva, fino a che, inoltratici in una penisola abbiamo assistito all’arrivo in spiaggia di un folto gruppo di delfini presso la località di Monkey Mia. Poco distante, in termini australiani si intende, si apre la magnifica spiaggia e baia di Shell Beach, costituita da un’infinita distesa di piccolissime conchiglie che ricoprono l’intera superficie della spiaggia e che rendono particolarmente dolce l’inabissarsi dell’oceano per un centinaio di metri. Uno spettacolo mozzafiato!! Le conchiglie sono così tante che in alcune case della zona vengono utilizzate come materiale da costruzione… cosicchè si può scorgere più di qualche casa fatta con mattoni di conchiglie compresse.
Le sorprese del viaggio però non terminano mai, e dopo esserci gustati l’ennesimo tramonto in spiaggia, ai più coraggiosi è stata data la possibilità di godersi una notte… all’aperto, trascinando fuori i letti della fattoria in cui alloggiavamo. Un buon modo per ricaricasi dalle fatiche di qualche giorno on the road. Qualche goccia di pioggia ha guastato lo spettacolo del cielo stellato nel buio più assoluto che nemmeno nelle valli più chiuse delle Alpi si può oggi apprezzare.
Sembra non ci sia mai fine alle emozioni di questo viaggio con le novità che sopraffanno la stanchezza. Giunti a Coral Bay è l’ora di provare le immersioni nella più bella barriera corallina presente in Australia sul versante dell’Oceano indiano. La particolarità che rende questa barriera corallina molto accessibile è il fatto che si è sviluppata a ridosso della terraferma! Bastano pochi metri da riva e si incontrano i primi coralli.
Con l’ausilio delle immagini da satellite si può notare come la barriera corallina sia visibile in tutta la parte pronunciatamente azzurra che si sviluppa lungo la costa. Si distendono innumerevoli spiagge e baiette in cui è possibile fare snorkelling o immersioni. L’importante è valutare sempre con attenzione i pericoli dato che l’oceano e la natura in Australia sono sempre i padroni: noi uomini siamo solo come una pallina da ping-pong allo stadio Olimpico. A Coral Bay in particolare vi è un centro turistico ben attrezzato dal quale partono diversi tour operator alla volta della barriera per incontrare Mante e Squali Balena… con la dovuta precauzione di controllare a priori i periodi in cui si fanno trovare!
La fortuna non ha giocato purtroppo dalla nostra parte, ma ci siamo comunque consolati potendo incontrare qualche tartaruga… e qualche squalo innocuo.
Dulcis in fundo, dopo qualche altra nuotata tra le innumerevoli spiagge attorno Exmouth, una famigliola di Emu ci ha salutati mentre cedevamo il passo verso l’aeroporto.
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